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La scelta dell’amministratore di condominio

Ed eccoci arrivati al momento più delicato della vita condominiale, cioè la scelta dell’amministratore di condominio.

Quali requisiti deve avere un amministratore di condomini?

La legge 220/2012 ha stabilito quali debbano essere le sue competenze.

Sappiamo tutti che egli deve essere in possesso di un diploma di scuola superiore, che deve aver frequentato un corso di formazione iniziale e i relativi corsi di formazione periodica.

Infatti, non essendo previsto uno specifico albo degli amministratori di condominio, l’unico punto di riferimento sono le associazioni di categoria, che rilasciano l’attestato e ne certificano la preparazione.

Inoltre non deve aver subito condanne penali.

Un altro requisito che occorre valutare è la stipula di una polizza assicurativa a copertura di eventuali danni nello svolgimento del proprio lavoro. Il fatto che l’amministratore ne sia in possesso, nonostante non sia obbligatoria (al contrario di quanto credono in molti) è indice di serietà e senso di responsabilità.

Come avviene la nomina dell’amministratore di condominio.

Abbiamo parlato, fin qui, dei requisiti necessari per svolgere il lavoro dell’amministratore di condominio.

Un tema molto delicato è il criterio di scelta dello stesso, in sede di assemblea condominiale.

Succede spesso, infatti, che la scelta si basi su due criteri:

  1. l’amministratore che fa il prezzo più basso 
  2. l’amministratore che viene segnalato dal condomino di turno

Riguardo al primo criterio, si basa su una falsa sensazione di risparmio;

innanzitutto stiamo parlando di una persona che deve amministrare le proprietà comuni dei condomini, per di più utilizzando i loro soldi, quindi  la scelta si dovrebbe basare su criteri diversi.

Inoltre, quando un amministratore si presenta con un preventivo più basso, bisogna sempre considerare che quell’importo dovrà essere ripartito tra tanti condomini e il risparmio finale potrebbe consistere in uno o due euro al mese per condomino.

Riguardo al secondo criterio, la scena è spesso la seguente: si tiene un’assemblea alle 21,30, si comincia a discutere alle 22,00, si finisce spesso dopo mezzanotte, stanchi e assonnati. A questo punto, si presenta un condomino, fresco e pettinato, che (magari dopo aver cenato, visto il film della sera e magari una parte del talk show della seconda serata) tira fuori dal cappello a cilindro il nome di un amministratore di assoluta fiducia, che conosce personalmente perché amministra un altro condominio in cui lui ha una proprietà e che quindi va assolutamente votato. E’ ovvio che i condomini, sfiniti dalla riunione a cui hanno partecipato fin dall’inizio, si piegheranno al volere del condomino e voteranno come richiesto.

Consigli sulla scelta dell’amministratore.

Innanzitutto, il mio consiglio è di costituire all’interno del condominio, una commissione, formata dalle persone più competenti e attente, che si incarichi di esaminare più amministratori, che se ne facciano un’idea ben precisa che farà da base per la scelta finale in sede di assemblea.

Inoltre, il preventivo fornito dai vari amministratori è opportuno che sia dettagliato e deve essere chiaro se la gestione ordinaria comprenda o meno i vari adempimenti tributari, la partecipazione alle assemblee straordinarie, le eventuali percentuali richieste in caso di lavori straordinari.

Infine, occorre ricordare che la nomina dell’amministratore si rifà alle regole del mandato con rappresentanza, che presuppone una certa fiducia nell’incaricato ma, allo stesso tempo, ne consente la revoca in ogni momento da parte dell’assemblea condominiale, senza neanche l’obbligo della motivazione.